Cambiamenti climatici e intervento umano: i danni “abiotici”

Data:

28 Marzo 2022

Tempo di lettura:

5 min

Effetti dei Cambiamenti climatici sull’ olivicoltura

L’olivo è considerato una delle specie più adatte e meglio adattate al clima di tipo mediterraneo, qual è l’impatto di cambiamenti climatici e intervento umano?

Oggi, gli oliveti affrontano nuove sfide e minacce, a causa del cambiamento climatico in atto. L’aumento del riscaldamento e della siccità e l’aumento della frequenza del verificarsi di eventi meteorologici estremi, come le ondate di calore, forti precipitazioni e ritorni di freddo, sono alcuni dei problemi che gli olivicoltori stanno affrontando e dovranno affrontare nei prossimi decenni.

Secondo alcuni esperti, dal 2050 al 2070 la maggior parte delle aree olivicole saranno caratterizzate da una diminuzione della produzione di olive a causa delle variazioni di temperatura e precipitazioni caratteristiche dei periodi di tempo indicati.

Fra tutte le colture, l’olivo può essere considerato uno dei migliori bio-indicatori dell’evoluzione del clima nel bacino del Mediterraneo.

Infatti, la forte variabilità climatica che si sta osservando tra le annate e le stagioni, influisce significativamente sulla fenologia e sulla produttività, favorisce la riemergenza di parassiti secondari e la diffusione di patogeni alieni, influenza, inoltre, le attuali tecniche colturali determinando la necessità di adottare strategie volte al contrasto e/o mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.

Danni causati dalle basse temperature

Il raffreddamento può provocare danni diretti che sono caratterizzati a livello cellulare da lesioni irreversibili del plasmalemma e da conseguente fuoriuscita di liquidi e soluti negli spazi intercellulari.

I danni indiretti invece avvengono in seguito a tempi d’esposizione al freddo più lunghi, che determinano varie alterazioni fisiologiche, blocco della fotosintesi, demolizione delle proteine, accumulo di zuccheri, accumulo ed ossidazione di fenoli. Il gelo tardivo in primavera causa necrosi e caduta dei fiori, frutti giovani e rametti verdi.

Il gelo tardivo autunnale può provocare la formazione di bande o zone estese di tessuti suberificati sulla superficie dei frutti, necrosi interne, deformazioni, spaccature e lesioni. Le basse temperature possono influenzare la fisiologia dell’impianto rallentando molti processi vitali, come nel caso di lesioni da raffreddamento o di danni da gelo, che possono essere più o meno dannosi. Tuttavia è giusto specificare che le basse temperature sono necessarie per rompere la dormienza dei boccioli di fiori.

Danni causati dalle alte temperature

Le alte temperature sono meno limitanti rispetto alle basse temperature da un punto di vista patologico ed ecologico.

I danni da alta temperatura sono rari e si verificano in coincidenza con siccità, eccessiva presenza di venti leggeri e forti, accompagnati da bassa umidità.

Cultivar di olivo acclimatate alle temperature intorno ai 40 ° mantengono il 70-80% del loro tasso fotosintetico, quindi la loro coltivazione è in espansione nelle aree desertiche, anche se ciò non esclude che i danni dovuti ad alte temperature potrebbero aumentare considerando il generale accumulo di gas serra nell’atmosfera terrestre che sta portando ad un aumento delle temperature medie.

In linea generale sappiamo però che la necrosi fogliare si verifica a una temperatura superiore a 49 °C e che temperature elevate e persistenti (sopra 33°C) alla fioritura possono influenzare negativamente l’allegagione. Inoltre c’è una diversa tolleranza alle alte temperature: generalmente le cultivar degli ambienti più caldi sono più tolleranti di quelli delle aree settentrionali.

Danni causati dal vento

Gli alberi di olivo spesso presentano danni da vento poiché sono frequentemente coltivati in ambienti caldo aridi dove gli effetti del vento di per sé, combinati con la bassa disponibilità dell’acqua nel suolo causano severi danni al sistema pianta. I danni da vento variano in relazione alla sua intensità e/o durata, temperatura, umidità del suolo e presenza di contaminanti nell’aria.

I venti autunnali possono causare severi danni e caduta precoce delle drupe, mentre venti costanti, specialmente provenienti dal mare, possono limitare la crescita e determinare un’asimmetria della chioma. Inoltre il vento favorisce la penetrazione dei patogeni, riducendo le produzioni e la qualità delle olive e aumenta l’evaporazione sulla superfice fogliare con gravi conseguenze durante i periodi caldi.

Danni causati dalla grandine

A seconda di quando si verifica una grandinata, l’intensità dell’evento e la dimensione della grandine, essa può danneggiare foglie, fiori, frutti, tessuti teneri del fusto e l’epidermide di ramoscelli, rami e tronco. I sintomi possono essere visti su un’area più ampia e consistono in una grave defogliazione, lesioni, cicatrici, caduta di fiori, frutti e rami.

Danni causati da ristagno e stress idrico

Scarsa struttura del suolo, profondità limitata, e insufficiente preparazione del terreno prima della messa a dimora delle piante sono alla base di uno scarso drenaggio, oltre al rischio di inondazioni, può portare al ristagno idrico.

L’olivo, come la maggior parte delle piante, è suscettibile a ristagni idrici o ipossia delle radici. Può sopravvivere anche più di 30 giorni con la presenza di un ristagno idrico, ma questo dipende dalle cultivar e dalla capacità di produrre radici avventizie vicino alla superficie del suolo.

Le piante stressate in un primo momento mostrano una crescita ridotta e clorosi fogliare.

I sintomi di stress idrico su drupe e foglie possono essere osservati in tarda estate-autunno. Le drupe presentano un raggrinzimento della superficie e generalmente quest’ultimi si trovano principalmente alla base dei ramoscelli, mentre vicino alla fine dei germogli portanti i frutti mostrano un leggero raggrinzimento o nessun sintomo, a seconda della gravità della siccità.

Generalmente, con il ritorno alle normali condizioni di umidità del suolo, le drupe ancora sull’albero diventano di nuovo turgide e i sintomi sulle foglie scompaiono. I danni si ripercuotono sulla qualità e le caratteristiche organolettiche dell’olio d’oliva vergine.

Danni causati da agenti inquinanti

Infine degni di nota sono i danni causati da agenti inquinanti: tra i più comuni vi sono l’ozono, l’anidride solforosa, il fluoro, il biossido d’azoto, il cloro, l’acido solforico, i perossilacilnitrati e l’etilene.

La produzione di questi inquinanti deriva da processi di combustione, attività metallurgiche, fughe accidentali, scarichi industriali, motori a scoppio, reazioni fotochimiche e processi di conservazione.

L’entità dei danni dipende dalla specie e varietà della pianta, movimento dell’aria, concentrazioni degli inquinanti, tempo d’esposizione e presenza di altri fattori abiotici o biotici che causano sintomi aggiuntivi di patogenesi.

Ultimo aggiornamento

11/04/2022, 14:55
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