Gli ulivi monumentali nel Sud Italia
La Sardegna vanta uno degli esemplari di olivi monumentali del Sud Italia presumibilmente tra i più antichi del bacino mediterraneo, l’olivastro di Luras, noto come il ‘Patriarca della natura’, con un’età è stimata tra i 2500 e i 4000 anni. In Sardegna sono inoltre presenti esemplari antichissimi di ulivo coltivato come nel caso della ‘Sa’ Reina’, la Regina la cui età sembra essere stimata intorno ai 2000 anni e appartiene alla cultivar ‘Pizz’e Carroga’. La Sardegna mostra un patrimonio olivicolo di grandissimo valore e pregio naturalistico e storico, per la presenza di ulivi selvatici distribuiti su tutto il territorio.
La Sicilia vanta una posizione geografica che la pone proprio al centro del bacino mediterraneo ed a testimonianza dei numerosi scambi ed insediamenti storici, vi è il germoplasma olivicolo davvero ricchissimo di varietà. Al fine di acquisire elementi significativi per la documentazione, la salvaguardia e la valorizzazione di un patrimonio vegetale di notevole interesse culturale, ambientale e scientifico per il prezioso patrimonio genetico di cui gli ulivi sono depositari, è stato avviato nel 2003 un progetto di censimento degli ulivi monumentali presenti negli agrosistemi dell’Isola (Schicchi e Raimondo, 2007) . Di essi, una parte significativa è localizzata nelle province di Messina, Siracusa, Ragusa, Palermo, Agrigento, Catania.
Negli ultimi cinquant’anni, questo prezioso patrimonio di incomparabile valore storico paesaggistico e scientifico, rischia seriamente di scomparire a causa dell’abbandono colturale e dell’azione del fuoco.
La Regione Puglia con la legge regionale 14/2007, tutela e valorizza gli alberi di ulivo monumentali, in virtù della loro funzione produttiva, di difesa ecologica e idrogeologica nonché quali elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio regionale. In Puglia ritroviamo gli ulivi più antichi presso la “piana degli ulivi” territorio delimitato dai comuni di Ostuni, Fasano, Monopoli e Carovigno in cui è altissima la concentrazione di ulivi millenari, con piante che potrebbero avere un’età stimata fino a 3.000 anni risalenti all’epoca degli antichi Messapi.
In Puglia si trova la sintesi della civiltà dell’olio del Mediterraneo che qui ha generato un paesaggio agrario unico al mondo, dove gli ulivi millenari ne costituiscono la peculiare essenza.
Anche la Calabria si caratterizza per un’olivicoltura antica con esemplari di ulivo diffusi lungo gli areali costieri di tutta la regione, in particolare lungo la costa ionica storicamente nota come Magna Graecia.
Nonostante questa immensa ricchezza di natura paesaggistica e storico-culturale, nell’elenco ufficiale delle piante monumentali compare solo una pianta appartenente alla varietà Dolce di Rossano che si trova presso Rossano Calabro e comunemente denominata come ‘U’Tatarannu’, il nonno.
Anche nella regione Molise, all’interno dell’ente Parco Regionale dell’olivo di Venafro si ritrovano esemplari secolari di grande interesse.
La Regione Campania presenta un articolato sito web delle piante monumentali facilmente consultabile che include le schede delle piante descritte, inclusi gli ulivi monumentali.
Oggi nei nuovi piani della Politica Agricola Comunitaria per il nuovo periodo di programmazione post 2020 è previsto un importante sostegno agli agricoltori che mantengono e valorizzano ulivi monumentali, segno della tradizione italiana che è agricola, paesaggistica e culturale.
Un riconoscimento che rappresenta l’ennesimo segno di valore che viene dato a questo tratto distintivo della nostra cultura agroalimentare.
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